venerdì 30 gennaio 2009

nelgiornoenell'ora

Succede che sei morto e dai a vedere una depressione qualsiasi.
Non un morto metaforico. Un morto morto. Vedasi: morto.
Vorresti un compito qualsiasi e un metro quadro dove startene immobile con la tua irreprensibile depressione. Sei morto, e depresso.
E ti metti a dirigere il traffico. Per esempio.
Accosti le macchine. Quelle capiscono. Si fermano. Parcheggiano. E vengono a dirigere il traffico. Così poi non ce ne sono più di macchine in giro. Ci mettiamo le braccia lungo i fianchi.
Smettiamo di dire “ma questo che significa?” “che significa?”.

Poi ci arriva una chiamata a casa, di un amico morto in un incidente stradale.
Nel-Giorno-e-nell’Ora, e nel minuto delle 11.50 andiamo a casa sua.
Ci interroghiamo sulla vita. Di come ci stiamo pisciando sopra.
Poi basta.
Da morti,
seguiamo al passo
il carro funebre.


(SIGNIFICA CHE SIAMO COSì POCO VIVI DA POTERCI RITENERE MORTI, CAZZONI. QUESTA. QUESTA è LA CHIAMATA A CASA CHE VI AVVISA CHE SIETE MORTI IN UN INCIDENTE STRADALE. E NON ERA COLPA VOSTRA. ADESSO POTETE FARE QUELLO CHE VOLETE. FATELO. SMETTETELA CON QUESTA CAZZO DI IPOCONDRIA. DI REALTà VIRTUALE. SCOPATEVI. FATEVI LECCARE IL BURRO D’ARACHIDI IN MEZZO ALLE GAMBE DA UNO YORKSHIRE. FATE - QUELLO - CHE - CAZZO - VI - PARE)

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