venerdì 30 gennaio 2009

nelgiornoenell'ora

Succede che sei morto e dai a vedere una depressione qualsiasi.
Non un morto metaforico. Un morto morto. Vedasi: morto.
Vorresti un compito qualsiasi e un metro quadro dove startene immobile con la tua irreprensibile depressione. Sei morto, e depresso.
E ti metti a dirigere il traffico. Per esempio.
Accosti le macchine. Quelle capiscono. Si fermano. Parcheggiano. E vengono a dirigere il traffico. Così poi non ce ne sono più di macchine in giro. Ci mettiamo le braccia lungo i fianchi.
Smettiamo di dire “ma questo che significa?” “che significa?”.

Poi ci arriva una chiamata a casa, di un amico morto in un incidente stradale.
Nel-Giorno-e-nell’Ora, e nel minuto delle 11.50 andiamo a casa sua.
Ci interroghiamo sulla vita. Di come ci stiamo pisciando sopra.
Poi basta.
Da morti,
seguiamo al passo
il carro funebre.


(SIGNIFICA CHE SIAMO COSì POCO VIVI DA POTERCI RITENERE MORTI, CAZZONI. QUESTA. QUESTA è LA CHIAMATA A CASA CHE VI AVVISA CHE SIETE MORTI IN UN INCIDENTE STRADALE. E NON ERA COLPA VOSTRA. ADESSO POTETE FARE QUELLO CHE VOLETE. FATELO. SMETTETELA CON QUESTA CAZZO DI IPOCONDRIA. DI REALTà VIRTUALE. SCOPATEVI. FATEVI LECCARE IL BURRO D’ARACHIDI IN MEZZO ALLE GAMBE DA UNO YORKSHIRE. FATE - QUELLO - CHE - CAZZO - VI - PARE)

lunedì 26 gennaio 2009

“basta incontrare un certo sguardo con quel lievissimo ritardo”

penso alla vibrazione diversa delle mie corde vocali che ti inviterebbero a salire, che ci siamo mangiati le tartine le olive ascolane sulla tovaglia del tuo vestito bianco a fiori rossi e avrei davvero voluto invitarti a salire

la tua frangetta reduce da un terremoto e le tue parole piegate in due perse nelle tasche di qualche jeans perso in qualche armadio.

giovedì 22 gennaio 2009

Il pulsante Rosso e le Rose della Redazione.
Tutti a scuola dovevamo fare il vulcano

(Chissà dove ti sedevi
a scuola e sul pullman per casa)

Penso
e scrivo a penna le differenze fra di noi
tante (in levare)
da non poterne essere indifferenti.

sabato 17 gennaio 2009


Il randez-vous è una manovra effettuata da due oggetti in volo nello spazio, solitamente una navicella spaziale ed una stazione orbitante intorno alla Terra avente come obiettivo l'avvicinamento degli stessi.
Fine primario di una manovra randez-vous è l'aggancio (docking) all'altro veicolo, reso possibile dalla presenza su entrambi i veicoli di meccanismi compatibili atti alla realizzazione dell'agganciamento.
Una volta agganciati i due oggetti, utilizzando appositi tunnel di collegamento diventa possibile il passaggio di astronauti e/o materiale da un veicolo verso l’altro.


giovedì 15 gennaio 2009

In un tormento


Andavo per leggere
ed era già letto
per mangiare
ed ero già sazio
per liberarmi
ed ero già libero
per afferrare
ed era già nelle mie mani
 
per scrivere
ma tutto era già