mercoledì 22 ottobre 2008

Leonardo scrive al contrario

Lo guardo un po’ dal didentro. Ho l'impressione che il manichino in vetrina sia più credibile.
Davvero vive, saltuariamente, una parte. Un palco-vivente. dove le macchine devono per forza essere belle, brillanti, ricche e CONNESSE. Ah, le disconnessioni. "Scrivimi in che cubo abiti e ti dirò che vestiti indossi". è un pienodisuono senza pàuse senza paùre Senza gentilezza. L’uomo ha terrore che un’eternità di silenzio

diventi una vetrina vuota che non gli rivesta le carni, il fatto che tutti siamo belli, potenti e ricchi. Eppure la disumanità è intensa in tutte le sue sfumature. Che sarebbe bello potessimo vedere, e che vedremmo se non fossimo costantemente accecati dalle luci del palco dal quale ci ostiniamo a guardare una noia televisione.

(Stefano, la devi smettere!? capito!?)

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